Monteverdi - 1 TOCATA PROLOGO La Musica Dal mio Permesso amato a voi ne vegno Incliti eroi sangue gentil di regi Di cui narra la Fama eccelsi pregi Né giugne al ver perch'è troppo alto il segno Io la Musica son ch' ai dolci accenti So far tranquillo ogni turbato core Et hor di nobil ira et hor d' amore Posso infiammar le più gelate menti Io su cetera d' or cantando soglio Mortal orecchio lusingar talhora E in guisa tal de l' armonia sonora De le rote del ciel più l'alme invoglio Quinci a dirvi d Orfeo desio mi sprona D Orfeo che trasse al suo cantar le fere E servo fé Inferno a sue preghiere Gloria immortal di Pindo e d Elicona Or mentre i canti alterno or lieti hor mesti Non si mova augellin fra queste piante Né s'oda in queste rive onda sonante Et ogni Auretta in suo camin s'arresti ATTO PRIMO 1 PASTORE I In questo lieto e fortunato giorno Ch'ha posto fine a gli amorosi affanni Del nostro Semideo cantiam pastori In sì soavi accenti Che sian degni d' Orfeo nostri concenti 1 Oggi fatt'?pietosa L'alma già si sdegnosa De la bella Euridice Oggi fatt'o e felice Orfeo nel sen di lei per cui già tanto Per queste selve ha sospirato e pianto Dunque in si lieto e fortunato giorno
-2- L CORO di NINFE e PASTORI Vieni Imeneo deh vieni E la tua face ardente Sia quasi un Sol nascente Ch' apporti a questi amanti i di sereni E lunge homai disgombre De gli affanni e del duol gli orrori e l'ombre ( ) NINFA Muse honor di Parnaso amor del cielo Gentil conforto a sconsolato core Vostre cetre sonore Squarcino d' ogni nube il fosco velo; E mentre oggi propizio al vostro Orfeo Invochiam Imeneo Su ben teamprate corde Sia il vostro canto al nostra suon concorde BALLETTO CORO di NINFE e PASTORI Lasciate i monti Lasciate i fonti Ninfe vezzose e liete E in questi prati A i balli usati Vago il bel piè rendete Qui miri il sole Vostre carole Più vaghe assai di quelle Ond' a la Luna La notte bruna Danzan in ciel le stelle Poi di bei fiori Per voi s' onori Di questi amanti il crine Ch' or dei martiri Dei lor desiri Godon beati al fine PASTORE III Ma tu gentil cantor s'a tuoi lamenti Già festi lagrimar queste campagne Perch' hora al suon de la famosa cetra Non fai teco gioir le valli e i poggi? 3?
Monteverdi - 3 Sia testimon del core Qualche lieta canzon che detti amore Rosa del ciel vita del giorno e degna Prole di lui che l' Universo affrena Sol che'l tutto circondi e 'l tutto miri Da gli stellati giri Dimmi: vedesti mai Di me più lieto e fortunato amante? Fu ben felice il giorno Mio ben che pria ti vidi E più felice l' hora Che per te sospirai Poich' al mio sospirar tu sospirasti Felicissimo il punto Che la candida mano Pegno di pura fede a me porgesti Se tanti cori avessi Quant' occh' il ciel sereno e quante chiome Han questo colli ameni il verde maggio Tutti colmi sarieno e trabocanti Di quel piacere ch'oggi mi fa contento? 5 EURIDICE Io non dirò qual sia Nel tuo gioire Orfeo la gioia mia Che non ho meco il core Ma teco stasis in compagnia d' Amore Chiedilo dunque a lui s' intender brami Quanto lieta i gioisca e quanto t' ami BALLETTO CORO di NINFE e PASTORI Lasciate i monti Lasciate i fonti Ninfe vezzose e liete E in questi prati A i balli usati Vago il bel piè rendete Qui miri il sole Vostre carole Più vaghe assai di quelle Ond' a la Luna La notte bruna Danzan in ciel le stelle Vieni Imeneo deh vieni E la tua face ardente
-4- L Sia quasi un Sol nascente Ch' apporti a questi amanti i di sereni E lunge homai disgombre De gli affanni e del duol gli orrori e l'ombre PASTORE II Ma s' il nostro gioir dal ciel deriva Come dal ciel ciel ciò che qua giù n'incontra Giusto e ben che devoti Gli offriam incensi e voti Dunque al tempio ciascun rivolga i passi A pregar lui ne la cui destra e il mondo Che lungamente il nostro ben conservi 2 PASTORI I e PASTORE II Alcun non sia che disperato in preda Si doni al duol benché talor n' assaglia Possente si che la nostra vita inforsa 1 2 NINFA PASTORI III PASTORE IV Che poi che nembo rio gravido il seno D'atra tempesta inorridito ha il mondo Dispiega il sol più chiaro i rai lucenti 3 4 PASTORI III e PASTORE I E dopo l' aspro gel del verno ignudo Veste di fior la primavera i campi 3 1 CORO di NINFE e PASTORI Ecco Orfeo cui pur dianzi Furon cibo i sospir bevanda il pianto Oggi felice é tanto Che nulla é più che da bramar gli avanzi ATTO SECONDO 2 Ecco pur ch'a voi ritorno Care selve e piaggie amate Da quel Sol fatte beate Per cui sol mie notti han giorno
Monteverdi - 5 PASTORE I Mira ch' a se n' alletta L'ombra Orfeo di que' faggi Or ch' infocati raggi Febo dal ciel saetta 1 PASTORE II Su quell' erbose sponde Posiamci e 'n varij modi Ciascun sua voce snodi Al mormorio de l' onde 2 PASTORI I e PASTORE II In questo prato adorno Ogni selvaggio Nume Sovente ha per costume Di far lieto soggiorno 1 2 ( ) Qui Pan Dio de' Pastori S'udi talhor dolente Rimembrar dolcemente Suoi sventurati amori Qui le Napee vezzose Schiera sempre fiorita Con le candide dita Fur viste a coglier rose CORO di NINFE e PASTORI Dunque fa' degn' Orfeo Del suon de l' aurea lira Questi campi ove spira aura d' odor sabeo Vi ricorda o boschi ombrosi De' miei lunghi aspri tormenti
-6- L Quando i sassi a' miei lamenti Rispondean fatti pietosi?? Dite allhor non vi sembrai Più d' ogni altro sconsolato? Hor fortuna ha stil cangiato Ed ha volti in festa i guai Vissi già mesto e dolente Or gioisco e quegli affanni Che sofferti ho per tant' anni Fan più caro il ben presente? Sol per te bella Euridice Benedico il mio tormento Dopo 'l duol vie più contento Dopo il mal vie più felice PASTORE I Mira deh mira Orfeo che d' ogni intorno Ride il bosco e ride il prato Segui pur col plettro aurato D'addolcir l' aria in si beato giorno 1 MESSAGGIERA Ahi caso acerbo! Ahi fato empio e crudele! Ahi stelle ingiuriose! Ahi ciel avaro!!!!! PASTORE I Qual suon dolente il lieto di perturba? 1? MESSAGGIERA Lassa dunque debb' io Mentre Orfeo con sue note il ciel consola Con parole mie passargli il cuore?? PASTORE III Questa é Silvia gentile Dolcissima compagna De la bella Euridice oh quanto é in vista Dolorosa Or che fia? deh sommi Dei Non torcete da noi benigno il guardo 3!? MESSAGGIERA Pastor lasciate il canto Ch' ogni nostra allegrezza in doglia é volta Donde vieni? Ove vai? Ninfa che porti??? MESSAGGIERA
Monteverdi - 7 A te vengo Orfeo Messagiera infelice Di caso più infelice e più funesto La bella Euridice Oimé che odo?? MESSAGGIERA La tua diletta sposa é morta Ohime?! MESSAGGIERA In un fiorito prato Con altre sue compagne Giva cogliendo fiori Per farne una ghirlanda a le sue chiome Quando angue insidioso Ch' era fra l' erbe ascoso Le punse un pié con velenoso dente Ed ecco immantinente Scolorirsi il bel viso e ne' suoi lumi Sparir que' lampi ond' ella al Sol fea scorno Allhor noi tutte sbigottite e meste Le fummo intorno richiamar tentando Gli spirti in lei smarriti Con l' onda fresca e co' possenti carmi Ma nulla valse ahi lassa Ch' ella i languidi lumi alquanto aprendo E te chiamando Orfeo Dopo un grave sospiro Spirò fra queste braccia ed io rimasi Pieno il cor di pietade e di spavento PASTORE I Ahi caso acerbo! Ahi fat' empio e crudele! Ahi stelle ingiuriose! Ahi ciel avaro! 1!!!! PASTORE II A l' amara novella Rassembra l' infelice un muto sasso Che per troppo dolor non può dolersi 2 PASTORE I Ahi ben avrebbe un cor di Tigre o d'orsa Chi non sentisse del tuo mal pietate Privo d' ogni tuo ben misero amante 1
-8- L Tu se' morta mia vita ed io respiro? Tu se' da me parita Per mai più non tornare ed io rimango? No che se i versi alcuna cosa ponno N' andró sicuro a' più profondi abissi E intenerito il cor del Re de l' ombre Meco trarrotti a riveder le stelle O se ciò negherammi empio destino Rimarrò teco in compagnia di morte A Dio terra addio cielo e Sole addio?? CORO di NINFE e PASTORI Ahi caso acerbo! Ahi fat' empio e crudele! Ahi stelle ingiuriose! Ahi ciel avaro! Non si fidi huom mortale Di ben caduco e frale Che tosto fugge e spesso A gran salita il precipizio é presso!!!! MESSAGGIERA Ma io ch' in questa lingua Ho portato il coltello Ch' ha svenata d' Orfeo l' anima amante Odiosa ai Pastori et alle Ninfe Odiosa a me stessa ove m' ascondo? Nottola infausta il Sole Fuggirò sempre e in solitario speco Menerò vita al mio dolor conforme? PASTORI I e PASTORE II Chi ne consola ahi lassi? O pur chi ne concede Negl' occhi un vivo fonte Da poter lagrimar come conviensi In questo mesto giorno Quanto più lieto già tant' or più mesto? Oggi turbo crudele I due lumi maggiori Di queste nostre selve Euridice e Orfeo L' una punta da l' angue L' altro dal duol trafitto ahi lassi ha spenti 1 2?? CORO di NINFE e PASTORI Ahi caso acerbo! Ahi fato empio e crudele Ahi stelle ingiuriose! Ahi ciel avaro!!!!! PASTORI I e PASTORE II Ma dove ah dove hor sono 1 2
Monteverdi - 9 De la misera Ninfa Le belle e fredde membra Dove suo degno albergo Quella bell' alma elesse Ch' oggi è partite in su 'l fiorir de' giorni? Andiam Pastori andiamo Pietosi a ritrovarle E di lagrime amare Il dovuto tributo Per noi si paghi almeno al corpo esangue?? CORO di NINFE e PASTORI Ahi caso acerbo! Ahi fato empio e crudele Ahi stelle ingiuriose! Ahi ciel avaro!!!!! ATTO TERZO 3 Scorto da te mio nume Speranza unico bene De gli afflitti mortali homai son giunto A questi regni tenebrosi e mesti Ove raggio di sol giamai non giunse Tu mia compagna e duce In così strane e sconosciute vie Reggesti il passo debile e tremante Ond' oggi ancor spero Di riveder quelle beate luci Che sol' a gli occhi miei portano il giorno SPERANZA Ecco l' atra palude ecco il nocchiero Che trae l' ignudi spirit a l' altra riva Dove ha Pluton de l' ombre il vasto impero Oltre quel nero stagn' oltre quel fiume In quei campi di pianto e di dolore Destin crudele ogni tuo ben t' asconde Or d'uopo è d'un gran core e d'un bel canto Io fin qui t' ho condotto or più non lice Teco venir cha amara legge il vieta Legge scritta col ferro in duro sasso De l' ima reggia in su l' orribil soglia Che in queste note il fiero senso esprime Lasciate ogni speranza voi ch'entrate
-10- L Dunque se stabilito hai pur nel core Di porre il piè nella città dolente Da te men' fuggo e torno A l' usato soggiorno Dove ah dove te' n vai Unico del mio corvdolce conforto? Poiché non lunge omai Del mio lungo cammin si scopre il porto Perché ti parti e m' abbandoni ahi lasso Sul periglioso passo? Qual bene or più m' avanza Se fuggi tu dolcissima Speranza??? CARONTE O tu ch' innanzi morte a queste rive Temerato ten' vieni arresta i passi Solcar quest'onde ad huom mortal non dassi Né può co' morti albergo aver chi vive Che? Vuoi forse nemico al mio Signore Cerbero trar de le Tartaree porte? O rapir brami sua cara consorte D' impudico desire acceso il core? Pon freno al foll' ardir ch' entr' al mio legno Non accorrò più mai corporea salma Sì de gli antichi oltaggi ancora en l'alma Serbo acerba memoria e giusto sdegno!??? Possente Spirto e formidabil nume Senza cui far passaggio a l' altra riva Alma da corpo sciolta in van presume Non vivo io che poi di vita è priva Mia cara sposa il cor non è più meco E senza cor com esser può ch io viva?? A lei volt' ho 'l camin per l' aer cieco A l' Inferno non già ch' ovunque stassi Tanta bellezza il paradiso ha seco Orfeo son io che d' Euridice i passi Segue per queste tenebrose arene Ove già mai per uom mortal non vassi O de le luci mie luci serene
Monteverdi - 11 S'un vostro sguardo può tornarmi in vita Ahi chi nega il conforto a le mie pene?? Sol tu nobile Dio puoi darmi aita Né temer dei ché sopra un' aurea Cetra Sol di corde soavi armo le dita Contra cui rigida alma invan s' impetra CARONTE Ben sollecita alquanto Dilettandomi il core Sconsolato Cantore Il tuo pianto e 'l tuo canto Ma lunge ah lunge sia da questo petto Pieta di mio valor non degno affetto Ahi sventurato amante! Sperar dunque non lice Ch' odan miei prieghi i cittadin d'averno? Onde qual ombra errante D'insepolto cadavero infelice Privo sarò del cielo e dell' Inferno? Così vuol empia sorte Ch' in questi orrori di morte Da te mio cor lontano Chiami tuo nome in vano E pregando e piangendo io mi consumi? Rendetemi il mio ben Tartarei Numi???! Ei dorme e la mia cetra Se pieta non impetra Ne l' indurato core almen il sonno Fuggir al mio cantar gl occhi non ponno Su dunque a che più tardo? Tempo è ben d' approdar su l' altra sponda S'alcun non è ch' il nieghi Vaglia l' ardir se foran van i i preghi È vago fior del Tempo L'occasion ch' esser dee colta a tempo (Qui entranella barca e passo cantando al souno sell organo di legno) ( ) Mentre versan quest' occhi amari fiumi Rendetemi il mio ben Tartarei Numi!
-12- L CORO di SPIRITI Nulla impresa per uom si tenta in vano Nè contra lui più sa natura armarse: Ei del instabil piano Arò gli ondosi campi e 'l seme sparse Di sue fatiche ond' aurea messe accolse Quinci perché memoria Vivesse di sua gloria La Fama a dir di lui sua lingua sciolse Ch ei pose freno al Mar con fragil Legno Che sprezzò d'austro e d'aquilon lo sdegno ATTO QUARTO 4 PROSERPINA Signor quell' infelice Che per queste di morte ampie campagne Va chiamand' Euridice Ch' udit' hai pur tu dianzi Così soavemente lamentarsi Moss' ho tanta pieta dentr' al mio core Ch un' altra volta io torno a porger prieghi Perchè il tuo Nume al suo pregar si pieghi Deh se da queste luci Amorosa dolcezza unqua trahesti Se ti piacque il seren di questa fronte Che tu chiami tuo Cielo onde mi giuri Di non invidiar sua sorte a Giove Pregoti per quel foco Con cui già la grand' alma Amor t' accese Fa ch Euridice torni A goder di quei giorni Che trar solea vivend in feste e in canto E del misero Orfeo consola l pianto PLUTONE Benchè severo ed immutabil fato Contrasti amata sposa i tuoi desiri Pur nulla homai si nieghi A tal beltà congiunta a tanti preghi La sua cara Euridice Contra l' ordin fatale Orfeo ricovri Ma pria che tragga il piè da questi abissi Non mai valga ver lei gli avidi lumi Chè di perdita eterna Gli fia certa cagione un solo sguardo Io così stabilisco Or nel mio Regno Fate o ministri il mio voler palese
Monteverdi - 13 Sì che l' intenda Orfeo E l' intenda Euridice Nè di cangiarlo altrui sperar più lice SPIRITO I O degli abitator de l'ombre eterne Possente Re legge ne fia tuo cenno Ché ricercar altre cagioni interne Di tuo voler nostri pensier non denno 1 SPIRITO II Trarrà da quest' orribili caverne Sua sposa Orfeo s' adoprerà suo senno Sì che nol vinca giovanil desio Né i gravi imperi suoi sparga d' oblio 2 PROSERPINA Quali grazie ti rendo Or che sì nobil dono Concedi a' prieghi miei Signor cortese? Sia benedetto il dì che pria ti piacqui Benedetta la preda e'l dolce inganno Poiché per mia ventura Feci acquisto di te perdendo il Sole? PLUTONE Tue soavi parole d' amor l' antica piaga Rinfrescan nel mio core; Così l' alma tua non sia più vaga Di celeste diletto Sì ch' abbandoni il marital tuo letto CORO di SPIRITI Pietate oggi e Amore Trionfan ne l' Inferno SPIRITI I Ecco il gentil cantore Che sua sposa conduce al Ciel superno 1 Qual honor di te fia degno Mia cetra onnipotente S' hai nel Tartareo regno Piegar potuto ogni indurata mente?? Luogo avrai fra le più belle Immagini celesti
-14- L Ond' al tuo suon le stelle Danzeranno in giri or tardi or presti Io per te felice a pieno Vedrò l' amato volto E nel candido seno De la mia Donna oggi sarò raccolto Ma mentre io canto ohimé chi m' assicura Ch'ella mi segua? Ohimé chi mi nasconde De le amate pupille il dolce lume??? Forse d' invidia punte Le deità d' Averno Perch' io non sia qua giù felice apieno Mi tolgono il mirarvi Luci beate e liete Che sol col guardo altrui bear potete??? Ma che temi mio core? Ciò che vieta Pluton comanda Amore A Nume più possente Che vince uomini e dei Ben ubbidir devrei?! (Qui si fa strepito dietro alla Scena) ( ) Ma che odo? Oimé lasso? S'arman forse a' miei danni Con tal furor le furie innamorate Per rapirmi il mio ben ed io consento???? (Qui si volta Orfeo) ( ) O dolcissimi lumi io pur vi veggio Io pur ma qual Eclissi oimé v'oscura?? SPIRITO III Rott' hai la legge e se' di grazia indegno 3 EURIDICE Ahi vista troppo dolce e troppo amara; Così per troppo amor dunque mi perdi? Ed io misera perdo Il poter più godere E di luce e di vita e perdo insieme Te d' ogni ben più caro o mio consorte!? SPIRITO I Torna a l' ombre di morte Infelice Euridice 1
Monteverdi - 15 Né più sperar di riveder le stelle Ch' homai fa sordo a' prieghi tuoi l' Inferno Dove ten vai mia vita? Ecco i' ti seguo Ma chi me 'l niega oimé? sogno o vaneggio? Qual occulto poter di questi orrori Da questi amati orrori Mal mio grado mi tragge e mi conduce A l' odiosa luce????? CORO di SPIRITI È la virtute un raggio Di celeste bellezza Pregio dell' alma ond' ella sol s'apprezza: Questa di Tempo oltraggio Non teme anzi maggiore Nell uom rendono gl anni il suo splendore Orfeo vinse l'inferno e vinto poi Fu da gli affetti suoi Degno d' eterna gloria Fia sol colui ch' avrà di sé vittoria ATTO QUINTO 5 Questi i campi di Tracia e quest é il loco Dove passo mi 'l core Per l' amara novella il mio dolore Poi che non ho più spene Di ricovrar pregando Piangendo e sospirando Il perduto mio bene Che poss' io più se non volgermi a voi Selve soavi un tempo Conforto a' miei martir mentr al ciel piacque Per farvi per pietà meco languire Al mio languire?? Voi vi doleste o montie lagrimaste Voi sassi al dispartir del nostro sole Et io con voi lagrimerò mai sempre
-16- L E mai sempre darommi ahi doglia ahi pianto!! ECO hai pianto ( ) Cortese Eco amorosa Che sconsolata sei E consolar mi vuoi ne' dolor miei Benché queste mie luci Sien già per lagrimar fatte due fonti In così grave mia fiera sventura Non ho pianto però tanto che basti ECO basti ( ) Se gli occhi d' Argo avessi E spandessero tutti un Mar di pianto Non sorà il duol conforme a tanti guai ECO ahi ( ) S' hai del mio mal pietade io ti ringrazio Di tua benignitate Ma mentr' io mi querelo Deh perché mi rispondi Sol con gl' ultimi accenti? Rendimi tutti integri i miei lamenti? Ma tu anima mia se mai ritorna La tua fredd'ombra a queste amiche piagge Prendi hor da me queste tue lodi estreme Ch' hor a te sacro la mia cetra e 'l canto Come a te già sopra l'altar del core Lo spirto acceso in sacrifizio offersi Tu bella fusti e saggia e in te ripose Tutte le grazie sue cortese il Cielo Mentre ad ogni altra de suoi don fu scarso D'ogni lingua ogni lode a te conviensi Ch' albergasti in bel corpo alma più bella Fastosa men quanto d'honor più degna Or l'altre Donne son superbe e perfide Ver chi le adora dispietate instabili Prive di senno e d' ogni pensier nobile Onde a ragion opra di lor non lodansi
Monteverdi - 17 Quinci non fia già mai che per vil femina Amor con aureo stral il cor trafiggami (Apollo discendo in una nuvola cantando) ( ) APOLLO Perché a lo sdegno e al dolor in preda Così ti doni o figlio? Non é non é consiglio Di generoso petto Servir al proprio affetto Quinci biasmo e periglio Già sovrastar ti veggio Onde movo dal ciel per darti aita Or tu m;ascolta e n avrai lode e vita? Padre cortese al maggior uopo arrivi Ch ai disperato fine Con estremo dolore M avean condotto già sdegno ed amore Eccomi dunque attento a tue ragioni Celeste padre or ciò che vuoi m imponi APOLLO Troppo troppo gioisti Di tua lieta ventura Or troppo piangi Tua sorte acerba e dura Ancor non sai Come nulla quaggiù diletta e dura? Dunque se goder brami immortal vita Vientene meco al ciel ch a sé t invita? Sì non vedrò più mai De l amata Euridice I dolci rai?? APOLLO Nel sole e nelle stelle Vagheggerai le sue sembianze belle Ben di cotanto padre Sarei non degno figlio Se non seguissi il tuo fedel consiglio APOLLO e (Ascendono al Ciel cantando) Saliam cantando al Cielo ( )
-18- L Dove ha virtù verace Degno premio di sé diletto e pace CORO di NINFE e PASTORI Vanne Orfeo felice a pieno A goder celeste onore Là ve ben non mai vien meno Là ve mai non fu dolore Mentr altari incensi e voti Noi t offriam lieti e devoti Così va chi non s arretra Al chiamar di nume eterno Così grazia in Ciel impetra Chi qua giù provò l Inferno; E chi semina fra doglie D ogni grazia il frutto coglie MORESCA